I GRUPPI

In questa sezione vi presentiamo i musicisti che sono stati o saranno a breve protagonisti della nostra rassegna.

 

 

Acid Queen

Provenienza: Ancona
Genere musicale: Tributo a Janis Joplin
Componenti band: 4

Sito web: www.acidqueen.it

 

Gli Acid Queen sono un gruppo di recente formazione; per questo appare ancora più stupefacente il loro terrificante impatto live!

Provenienti da varie formazioni e musicisti di provata esperienza, i quattro hanno deciso di unirsi con un ambizioso e difficile obiettivo: rendere omaggio alla regina del rock/blues, la leggendaria, indimenticabile Janis Joplin, colei che seppe, nel breve volgere della sua tragica parabola terrena, stravolgere i canoni vocali e sociali della cultura rock al femminile.

Il nome che si sono dati è una citazione dotta, dal brano degli Who il cui titolo sembra sintetizzare perfettamente il personaggio-Janis, e a sentirli suonare c’è da rimanere di sasso: i ragazzi fanno letteralmente paura, suonano con un’intensità rara a vedersi (e sentirsi!) e riescono a scuotere anche i pubblici più difficili o i sonnolenti avventori dei pub, quelli che vanno solo a bersi una birra e per i quali la musica è semmai un sottofondo...

Una sezione ritmica selvaggia, primordiale, col batterista Diego Garbuglia che picchia come se fosse questione di vita o di morte, seguito dal basso incalzante di Alessandro Nardi. Alla chitarra, Ennio Mircoli impazza e straripa con furiosi assoli blueseggianti, è un tutt’uno con lo strumento, come se quelle sei corde fossero la sua voce o quanto meno un prolungamento della sua mano sinistra.

E poi... poi c’è lei: Janis, al secolo Francesca Di Dionisio. Che ci mette tutta se stessa, cuore, corpo e anima, con una voce spettacolare, un carisma notevole e un’energia tale che si potrebbe fare a meno dell’ENEL…

Insieme i quattro ripercorrono le tappe principali della folgorante carriera della divina texana, dagli inizi con Big Brother & the Holding Company (“Piece of My Heart”, “Ball and Chain” e l’immancabile, gershwiniana “Summertime”) alle molte perle della successiva carriera solista quali “Move Over”, “Half Moon”, “Maybe”, “Try (Just a Little Bit Harder)”, “Kozmic Blues”, “Me and Bobby McGee”.

Completano la scaletta alcuni memorabili classici del periodo, come il brano che dà loro nome e una versione da sballo di “Rock and Roll” dei Led Zeppelin!!!

 

 

 

Arrojo

Provenienza: Ancona
Genere musicale: Country Punk - Brani propri con cover irish folk etc.
Componenti band: 4

Sito web: www.geocities.com/paddywhiskey

 

La musica proposta dagli Arroyo è una miscela di folk, country e rock'n'roll arricchita dal vivo da brani tradizionali prevalentemente irish o country & western.
I testi delle canzoni sono prevalentemente personali, ma qualche volta si riferiscono ad una mal sopportazione di certi "sistemi" imposti.

Attivi fin dal 1994, gli Arroyo hanno all'attivo due EP ("The Western Rover", 1999 e "Nancy Whiskey", 1999), una compilation di vecchi demotapes ("Where Do You Find Your Ideal Living Room?", 2000), una registrazione live ("Arroyo Live", 2000) e due album ufficiali ("Freddy Malins", 2001 e "In The Nick Of Time", 2002).
Protagonista di numerose partecipazioni a festival, rassegne, feste popolari ecc. il gruppo trova comunque la sua migliore collocazione in irish pubs e simili. Non mancano comunque apparizioni in centri sociali, feste underground, circoli, centri giovanili e teatri.
Gli Arroyo sono arrivati in finale al concorso Cittadella Live 2000 di Ancona, ed il brano "Rovin USA" appare nel CD dedicato alla serata (PuntoDueRecords). Nel 1996 invece il gruppo si è classificato terzo al megaconcertorock del raduno internazionale Harley Davidson "Wind Hills '96".
Tutto il materiale della band è autoprodotto.

 

 

 

Astra

Provenienza: Roma
Genere musicale: Tributo ai Dream Theater
Componenti band: 5

Sito web: www.astraprog.com

Myspace: www.myspace.com/astraprog

 

Gli Astra sono da tre anni la tribute band ufficiale italiana dei Dream Theater.

Il gruppo nasce a Roma nel marzo 2001 come progetto strumentale con un nucleo composto da Emanuele Casali (tastiere), Andrea Casali (basso), Silvio D'Onorio De Meo (chitarra) ed Emiliano Bonini (batteria).

Per amalgamare la formazione inseriscono nel loro repertorio varie cover, tra cui quelle dei Dream Theater, raggiungendo la prima formazione a 5 nel luglio 2001 con l’innesto del cantante Aniello "Xandya" D'Agostino.

Nel dicembre 2001 partecipano al DT Cover Band Contest organizzato dal fan club ufficiale italiano dei Dream Theater, l'Italian Dreamers, registrando nell’occasione il loro primo demo, “Scenes from a Dream”. I risultati del contest arrivano nel maggio 2002, decretando la loro vittoria a insindacabile giudizio degli stessi Dream Theater e facendo degli Astra la tribute band ufficiale in Italia!

Xandya abbandona la band poco dopo il contest e dopo un breve periodo con Stefano Diamanti gli Astra fanno subentrare alla voce Titta Tani, già cantante dei DGM e batterista di Daemonia e Necrophagia. Dopo vari concerti, nel maggio 2004 terminano le registrazioni di “Hear His Words”, il primo demo di brani inediti che comprende 3 canzoni per una durata di poco più di 15 minuti.

Nel 2005 il gruppo acquisisce Filippo Berlini come nuovo batterista.

Tra le esperienze più belle il servizio al Tg2, la trasmissione dell'inizio di un concerto su RadioRock, il concerto a San Marino per il decennale del fan club con la partecipazione di Jordan Rudess, una Images&Words Night e la collaborazione con il coro Tribù Gospel Singers per suonare dal vivo “The Spirit Carries On”.

 

 

 

Black-Out

Provenienza: Castel di Ieri (AQ)
Genere musicale: Cover pop/rock italiano e internazionale
Componenti band: 6

 

La storia dei casteldieresi Black-Out si può senz’altro definire avventurosa. Nati nel 1996 come la classica teenage band di paese, in 8 anni hanno attraversato fasi burrascose fra cambi di formazione, di nome, di repertorio, scioglimenti e reunion, fasi di stanca, pause e improvvise rinascite. Temprati da queste vicissitudini e spronati da un eterna passione per la musica, vera costante della loro vicenda artistica, i Black-Out hanno colto lungo la loro strada anche successi di indubbio prestigio come il primo posto nel premio Internet del concorso “Nota di classe” di Sulmona (2003) e il secondo posto al concorso nazionale “Voci domani” a Pescara nello stesso anno.

Oggi, superata brillantemente un’ennesima crisi, si ripropongono ancor più determinati con un repertorio nuovo e naturalmente incentrato sulla magica voce di Valentina Di Cesare per una nuova estate in tour nella nostra provincia e oltre, tour che culminerà ovviamente nella seconda serata di “Castel di Ieri Rock Nights” quando, nel paese che li ha visti nascere musicalmente e non, precederanno il concerto di Gang+Macina con un lungo set comprendente fra l’altro brani di Patti Smith, Elisa, Alanis Morissette, Carmen Consoli, Cranberries e che culminerà con la loro ormai famosa versione di “Hotel California” degli Eagles.

I Black-Out sono Cecilia Santilli (tastiere), Fabio Olivieri (basso), Franco Fabricci (batteria), Paolo Di Cesare (chitarra solista), Pierluigi Di Cesare (chitarra ritmica) e Valentina Di Cesare (voce).

 

 

 

Caro De André

Provenienza: Ascoli Piceno / Fermo
Genere musicale: Tributo a Fabrizio De André

Componenti band: 10

Sito web: www.carodeandre.it

Myspace: www.myspace.com/carodeandre

 

L’orchestra “Caro De André” è una delle formazioni che maggiormente hanno saputo interpretare lo spirito e la ricchezza stilistica del grande artista genovese, spaziando in lungo e in largo per tutto il suo repertorio: dai primi classici ai grandi concept-album come “La buona novella” o “Non al denaro non all’amore né al cielo”, dalle collaborazioni con De Gregori, Bubola, Pagani e Fossati ai capolavori in genovese di “Creuza de mä”.

Caro De André

Lo spettacolo dedicato a Fabrizio nasce, per una sorta di "non abbandono autarchico", il 13 novembre 1999 al Teatro Pagani di Monterubbiano (AP) per poi evolversi, grazie soprattutto agli artisti che di volta in volta vi hanno partecipato - musicisti, scenografi, attori, ballerini, musicologi, fonici - fino ad acquisire un volto proprio, riflesso nello specchio del Mare Faber.

Adesso la materia è abbastanza complessa, fra musicisti di estrazione classica, moderna, popolare, etnica e jazz: ed è grazie a questi Argonauti della musica che l’orchestra riesce a tessere la testimonianza della meravigliosa memoria deandreiana.

Dice il cantante dell’orchestra, Carlo Bonanni: “Lo spettacolo è sempre testardamente finalizzato, modestia a parte, alla presunta Rivelazione dei testi, per mezzo di associazioni videocinematografiche (con video tratti da veri e propri monumenti del Cinema, curate dal regista Vincenzo Pasquali), letterarie (con citazioni di Opere che hanno alimentato il percorso umano del Nostro Artista) e sonore (basti pensare all'ispirazione che Faber mutua dall'Adagio del Concerto in Re Maggiore per tromba, archi e continuo di Telemann)”.

La scenografia è essenziale e simbolica: un fondale nero con una striscia bianca. Fasce di luce rossa che s’intersecano. Il bianco e nero rappresentano la serietà e l’impegno, il rigore e la lucidità di analisi nell’opera di De André. Il rosso è la passione ed il convincimento con cui sono affrontati gli argomenti nelle sue canzoni.

Il progetto e l’orchestra “Caro De André” sono riconosciuti ufficialmente dalla "Fondazione De André", presieduta da Dori Ghezzi.

 

 

 

Cheap Wine

Provenienza: Pesaro

Genere musicale: Rock 'n' Roll

Componenti band: 4

Sito web: www.cheapwine.net

Myspace: www.myspace.com/cheapwinenet

 

I Cheap Wine sono attivi dal 1997 e vantano la più lunga ed intensa storia di autoproduzione mai realizzata in Italia nell’ambito della musica rock.

Cheap Wine

Sei album alle spalle, gratificati dai grandi consensi del pubblico e della critica specializzata, centinaia di concerti in Italia e all’estero, tante canzoni trasmesse da numerose emittenti radiofoniche in Europa e negli Stati Uniti hanno reso inossidabile la reputazione dei Cheap Wine, da molti considerati la più grande rock’n’roll band italiana. Ed è proprio la dimensione live il punto di forza dei Cheap Wine, che sul palco riescono ad esprimere appieno tutta la potenza del loro sound chitarristico, capace di sintetizzare, attraverso una lettura del tutto personale, 50 anni di musica rock. Energia allo stato puro, unita ad una padronanza tecnica straordinaria: un concerto dei Cheap Wine è sempre qualcosa di imperdibile.

“Difficile, davvero difficile, non subire il fascino dei Cheap Wine. Per tanti motivi, tutti validissimi: si autoproducono in modo professionale, si danno molto da fare per promuovere al meglio la loro musica in Italia e all'estero, se ne strasbattono di non essere trendy, non leccano culi... e, soprattutto, suonano alla grande, come ben pochi hanno fatto prima nella nostra penisola. Sì, i Cheap Wine sono proprio un gruppo magnifico”. (Mucchio Selvaggio)

“Cosa è il rock in Italia? Andate a vedere i Cheap Wine per capirlo. Una band che è rock come nessun'altra nel nostro paese. Una band impressionante per forza musicale e strumentale. Hanno un suono ormai loro che dal vivo fa venir voglia di saltare sui tavoli. Hanno un repertorio e un tiro da paura. E hanno un approccio ineccepibile, che sul palco mette la musica prima dell'ego. Questo dovrebbe essere il rock in Italia. Questi sono i Cheap Wine”. (Mescalina)

“Un concerto elettrizzante, feroce, torrido, torrenziale e anche romantico. I Cheap Wine sono una grande rock’n’roll band”. (Buscadero)

 

 

 

Daniele Rizzetto & the New Jersey Band

Provenienza: Verona
Genere musicale: Cover di rock U.S.A. (Springsteen in particolare)

Sito web: www.danielerizzetto.com

Myspace: www.myspace.com/danielerizzetto

 

La musica come divertimento, piacere e segno tangibile di amicizia: questo rappresentano Daniele Rizzetto & the New Jersey Band per il nostro paese. Capitati quasi per caso due anni fa da Verona per l’improvvisa indisponibilità di un altro gruppo, l’anno seguente sono stati richiamati a furor di popolo e sono ormai ospiti fissi e irrinunciabili di Castel di Ieri, se non per le Rock Nights in altri momenti dell'anno.

Il loro tributo al rock made in USA, con particolare risalto all’opera di Bruce Springsteen, scatena puntualmente l’entusiasmo degli ascoltatori non solo per il valore tecnico dei rocker veronesi ma soprattutto per la loro generosità e per la grande forza comunicativa.

Per ben 3 anni di seguito i New Jersey sono scesi fino a Castel di Ieri, a deliziare un pubblico che li ha conquistati da subito con il suo calore ma a cui molto hanno dato con le loro interminabili ed infuocate performance, con la voce bellissima e calda di Daniele Rizzetto, con le chitarre che scendono fra la gente a ballare e batteria, basso e tastiere a completare mirabilmente il loro sound: quello del rock ‘n’ roll più puro.

Nel marzo del 2006 hanno pubblicato il loro primo album, "Io resto qua", con brani in italiano scritti da Daniele che sono entrati ovviamente subito nel repertorio live della band, amalgamandosi con sorprendente naturalezza con il repertorio "classico" e riscuotendo un successo notevole quanto meritato, per il grande coraggio dimostrato nell'affrontare temi molto sentiti e personali senza lo "schermo" della lingua inglese.

 

 

 

D.N.A.

Provenienza: Ancona
Genere musicale: Tributo ai Pink Floyd
Componenti band: 11

Sito web: www.dnaband.it

 

D.N.A. è una cover band anconetana che mette a disposizione di orecchie esigenti quanto più si avvicina ad una vera esibizione dei Pink Floyd.

Nata sui banchi di scuola trent'anni or sono la band, pur subendo vari cambi di formazione, ha mantenuto intatto il nucleo di musicisti originario che ha saputo infondere anche agli elementi più giovani entrati successivamente a farne parte la passione per un gruppo che è stato un punto fermo nella storia del Rock.

La riproduzione incredibilmente fedele del sound dei Pink Floyd che i D.N.A. riescono ad ottenere nasce innanzitutto da un attento ascolto dei brani e, successivamente, da una sapiente ricerca delle varie sonorità, fase cui lo stesso quartetto inglese dedicava notoriamente grande attenzione.

Il repertorio attinge all’immensa produzione musicale che i Pink Floyd ci hanno regalato in trenta anni di attività; in base alle esigenze particolari di ogni spettacolo può andare dalla psichedelica Echoes (dall'album Meddle del 1971) ad High Hopes (The Division Bell, 1994), da brani di Wish You Were Here del '75 ai classici del mitico The Wall del ‘79 e dello struggente The Final Cut dell'83 passando per l'intera suite di The Dark Side of the Moon, il capolavoro del ‘73.

D.N.A. è una buona occasione per lasciarsi raccontare la magia dei Pink Floyd al di fuori della plastica di un CD per chi, magari per motivi anagrafici, non ha  avuto occasione di vedere un loro spettacolo; è un sogno  per tutti quelli che sperano che la loro avventura non sia finita.

La formazione è composta da ben 11 elementi: tastiere, basso, due chitarre, voce solista, batteria, percussioni, sax e tre coriste, per una ricchezza di suoni senza la quale far rivivere il Mito sarebbe pura utopia.

 

 

 

Electric Funeral

Provenienza: Ancona
Genere musicale: Tributo ai Black Sabbath
Componenti: 4

 

Gli Electric Funeral sono forse l’unico gruppo musicale in Italia ad aver creato uno spettacolo interamente dedicato ai leggendari Black Sabbath. E lo hanno fatto alla grande, tanto da essere chiamati ad esibirsi al Transilvania Live di Milano, il più grande locale della catena Transilvania in Italia, al culmine di un’attività live ormai pluriennale che li ha portati in innumerevoli pub, club e piazze.

La somiglianza (quasi inquietante, oseremmo dire) dello stesso cantante Willy Papa al mitico Ozzy comunica dei brividi a tutti coloro, e sono tanti, che non hanno mai dimenticato la mitica band inglese di cui il gruppo ha ereditato non solo il repertorio musicale ma anche lo spirito, mistico e profondamente innovativo.

Lo spettacolo degli Electric Funeral infatti non è solo una mera riproduzione dei brani storici dei Black Sabbath: sebbene la meticolosa realizzazione musicale sia la parte più evidente dello show, la band si è sempre preoccupata sia di dare risalto ad una scenografia degna della funerea tradizione sabbatiana, sia di puntare su un’interpretazione dal forte impatto emotivo.

Mantelli neri, croci rovesciate, trucco pesante e alcune geniali messe in scena fanno da contorno ad un’esibizione live che non manca mai di suscitare una profonda ed indelebile impressione!

 

 

 

Fabrizio Girolami

Provenienza: Roma
Genere musicale: Cover rock in versione acustica; rap originali

Componenti band: 1

 

Fabrizio Girolami è un uomo capace di tutto. Con una chitarra in mano può tenere la scena per ore, pescando in un repertorio potenzialmente illimitato: da Springsteen a Dylan, da Ligabue a Daniele Silvestri, interagendo a volte con il pubblico che coinvolge in veri e propri happening.

Ma non è tutto: ultimamente Girolami si è scoperto autore di rap originalissimi ed ispirati ad esperienze personali, che presenta di tanto in tanto in spettacoli altamente alternativi.

Un vero amico di Castel di Ieri Rock Nights, sempre presente nei momenti importanti di questa rassegna: lo aspettiamo anche quest'anno, per scoprire quale sorpresa avrà in serbo.

 

 

 

Gang + Macina

Provenienza: Marche
Genere musicale: Rock / Tradizionale

Componenti band: 9

Siti web: www.thegang.it - www.the-gang.it - www.macina.net

Myspace: www.myspace.com/2006gang

 

Come si può presentare un gruppo storico come la Gang in poche righe? A me piace farlo con le parole che mi disse un giovanissimo Cisco, da sempre voce dei Modena City Ramblers, più di dieci anni fa, all’inizio della loro carriera: “Se mi chiedessero dove vogliamo arrivare, come vogliamo suonare, ecco, io risponderei: voglio essere come la Gang, fare quello che fanno loro”.

25 anni sulla strada, 9 dischi, infinite partecipazioni e un numero impressionante di concerti in ogni angolo d’Italia, un’influenza enorme su un gran numero di band cui mai hanno negato la disponibilità a collaborare, una notorietà che a causa della coerenza delle loro scelte e del rifiuto di certe logiche commerciali non è forse arrivata al cosiddetto “grande pubblico”, ma di certo è arrivata ovunque fra chi, come i fratelli Marino e Sandro Severini (che della Gang sono da sempre nucleo e anima), crede nella musica come presenza e testimonianza, “qui e ora”, come incontro e contatto diretto con il pubblico da cercare come un bene prezioso, suonando in ogni situazione possibile. Fino ad incontrare, lungo la strada, anche la Macina, gruppo impegnato da anni nella ricerca delle tradizioni musicali della loro comune terra, le Marche.

A proposito di questa collaborazione mi viene istintivo pensare al titolo di quello che forse è il lavoro più noto della Gang, “Le radici e le ali”, un miracolo di sintesi carico di significato: le radici, come dire la propria storia, la coscienza della propria identità, della propria cultura, anche quella popolare che è nelle tradizioni, senza le quali le ali, l’entusiasmo, lo slancio ideale, non saprebbero dove portarci.

Insieme, Gang e Macina ripropongono brani originali dei fratelli Severini arrangiati in stile folk accostati a brani della tradizione marchigiana riletti in chiave rock, come a sottolineare la continuità di contenuti fra la musica di ieri e di oggi, in un concerto che tocca momenti di profonda emozione e che sorprende, mostrando inaspettati punti di contatto con la tradizione musicale della nostra terra.

Per chi c'era, un evento memorabile; per me un sogno finalmente diventato realtà.

 

 

 

Graziano Romani

Provenienza: Reggio Emilia
Genere musicale: Rock

Componenti band: 5

Siti web: www.grazianoromani.it - www.grazianoland.it

Myspace: www.myspace.com/grazianoromani

 

Graziano Romani è un pezzo di storia (e di presente, e presumibilmente di futuro) del rock italiano.

Benedetta la mia passione per Bruce Springsteen, che mi portò a conoscerlo un giorno del 2001 a Rimini nel periodo in cui proponeva un suo personalissimo tributo al grande rocker del New Jersey.

Scoprii così una delle più belle voci della musica italiana, una persona di una simpatia unica e soprattutto un artista che ha fatto la storia del rock di casa nostra, a partire dai lontani esordi come leader dei Rocking Chairs nel 1981 e seguendo un personalissimo percorso che lo ha visto impegnato in un gran numero di progetti artistici, sempre diversi eppure riconducibili ad una sola matrice. Sì, perché in 23 anni Graziano ha cantato in inglese e in italiano, ha cambiato varie band, ha suonato brani altrui (famose le sue cover di Springsteen, Genesis, Gabriel, Dylan, Rolling Stones, Jethro Tull, Battisti...) e propri, ha proposto lavori nuovi (come il recentissimo “Painting Over Rust”, che ha ricevuto unanimi consensi di critica e pubblico) e rivisitato vecchi brani degli inizi con i Rocking Chairs, ma sempre con la stessa genuinità, la stessa qualità e lo stesso entusiasmo.

Le ottime recensioni da parte della stampa specializzata decretano la validità e la sincerità della sua proposta artistica, definendola una “riuscita fusione” tra il rock americano, il folk ed il soul, ma con impressioni e melodie tipicamente italiane. Del resto, quale sia la stima di cui gode nell’ambiente musicale italiano lo dicono le numerosissime collaborazioni, valga per tutte quella con Elio e le Storie Tese in occasione del progetto benefico legato al singolo “Christmas with the Yours” e per il nuovo inno dell’Inter, “C’è solo l’Inter”, di cui è appassionato tifoso.

Le sue doti di interprete sono un valore aggiunto unanimemente riconosciuto: Graziano viene spesso chiamato a partecipare a progetti quali l’album di cover di Lucio Battisti “Innocenti evasioni” (1994) o il tributo ai Genesis “The River of Constant Change” (1995), ma stupisce soprattutto la sua fama all’estero: per ben due volte il suo nome appare in tributi internazionali a Bruce Springsteen, unico rappresentante italiano accanto a nomi come David Bowie, Ben E.King, John Hiatt, Joe Cocker, Elliott Murphy, Billy Bragg, Garland Jeffreys e altri.

Ma il top, come avviene per tutti i veri grandi musicisti, Graziano Romani lo raggiunge nelle sue esibizioni dal vivo, chilometriche maratone rock in cui dà tutto se stesso al pubblico, senza risparmiarsi e senza fermarsi fino all’ultima goccia di energia: provare per credere!!!

 

 

 

Hop Frog

Provenienza: San Benedetto del Tronto (AP) / Martinsicuro (TE)
Genere musicale: Tributo ai Led Zeppelin
Componenti band: 4

Sito web: www.hopfrog.net

Myspace: www.myspace.com/hopfrogs

 

Gli Hop Frog nascono sul finire del 1998 nei dintorni del melmoso “delta” del fiume Tronto per volere del “pifferaio magico” Tonino Coccia e del “dispotico solista” Roberto Celi i quali, radunati i loro più fedeli compagni di merende Maurizio Morganti, Marco Iachini e Guido Pinto, intraprendono la via del rock’n’roll dopo una breve ma interessante parentesi progressive, orientandosi verso le sonorità ruvide ed avvolgenti tipiche degli anni ‘70.

Dopo le devastanti defezioni del bassista Guido Pinto e del polistrumentista Tonino Coccia i tre Frogs rimasti non si perdono d’animo ed ingaggiano un giovane ma promettente musicista dalle fiere origini neretesi (Davide “Dave” Perilli) con il quale imbastiscono un umile tributo ai Led Zeppelin, per i quali i nostri nutrono una passione smodata che rasenta il feticismo.

Rimasti in quattro (Maurizio alla voce e armonica, Roberto alla chitarra e theremin, Marco alla batteria ed il buon Davide al basso) gli Hop Frog snelliscono ulteriormente il loro suono e iniziano a calcare i palchi più disparati del centro Italia, permettendosi persino di condividere la scena (e “qualche” birra ghiacciata) con il mitico Ian Paice, batterista dei Deep Purple.

Tuttora, dopo anni di esperienza live, la band si impegna ancora nella ricerca delle sonorità Zeppeliniane avvalendosi di una strumentazione vintage e lasciando spazio ad ampie improvvisazioni che dilatano la durata dei loro show.

I quattro musicisti si avventurano anche nell’ Hard Blues degli ultimi decenni e non disdegnano sessioni completamente acustiche nelle quali, pur rimanendo fedeli ad un repertorio tipicamente rock, danno sfogo alle loro pulsioni musicali interpretando e ri-arrangiando avidamente i brani dei loro artisti preferiti.

 

 

 

IF

Provenienza: Ancona
Genere musicale: Tributo ai Genesis
Componenti band: 5

Sito web: www.the-if.it

 

Prima o poi doveva succedere… Il progressive anni ’70 sta colonizzando le nostre valli: dopo il grande successo del tributo ai Pink Floyd del 2005, riproposto a furor di popolo nel 2006, molti ci avevano chiesto un tributo ai Genesis, l’altro gruppo-guida dell’epoca che conobbe un’ascesa folgorante con il front-man Peter Gabriel nei suoi primi anni (1969-1974) per poi proseguire una lunga stagione sotto la guida del batterista-cantante Phil Collins.

Anche gli IF, come i floydiani D.N.A., vengono da Ancona: Paolo Messina (batteria), Gabriele Zenobi (voce e chitarra), Daniele “Cizihno” Natalini (basso e chitarra), Carlo “Lander” Lantieri (chitarre) e Maurizio Picciafuoco (tastiere), musicisti di razza e di lunga militanza, propongono un’entusiasmante cavalcata nella carriera del quintetto britannico.

Gli IF nascono ben 24 anni fa, nel 1982, quando Alessandro Radice e Maurizio Picciafuoco, accomunati dalla passione per il Rock Progressive, decidono di fondare un gruppo di nome “Flanagans” per diventare “The IF” nel 1984: come tutte le big band degli anni settanta (Yes, Elp, Gentle Giant, Van Der Graaf Generator, King Crimson, Pink Floyd) anche il nome degli IF evoca paesaggi medioevali e colti. Ma il vero amore si chiama “Genesis” e, sebbene il gruppo proponga materiale originale, nel repertorio dei primi demo sono forti i richiami a “Nursery Cryme” e “Foxtrot”.

Dopo anni gloriosi la formazione entra in crisi all’inizio degli anni novanta, come del resto tutta la musica progressive: le nuove correnti musicali (grunge, post punk) decretano la fine del genere, tacciato di inutile prolissità. Inizialmente gli IF si adeguano, proponendo nuove canzoni più vicine ad un rock targato Italia di comunque buona fattura, ma nel 1997, dopo numerosi cambi di formazione, si arriva al desolante scioglimento del gruppo.

Nel 2004 la rinascita: come dirà un giorno Lander “Mi svegliai il 01/01/2004 e dopo aver incontrato Cizinho ad una partita di calcetto feci un veloce resoconto della mia vita notando come il periodo più bello fosse quello passato in compagnia non solamente della musica ma degli amici... Telefonai a Maurizio dicendogli che erano maturi i tempi per riprendere in mano gli IF e suonare progressive”.

 

 

 

Joe D'Urso

Provenienza: New York City
Genere musicale: Rock U.S.A.

Componenti band: 4

Sito web: www.jdcaravan.com

Myspace: www.myspace.com/stonecaravan

 

Joe D’Urso è un cantante e musicista che proviene, alquanto coerentemente, dalla contea di Rockland, stato di New York…

Popolarissimo nell’entourage di Bruce Springsteen, Joe è ormai uno dei personaggi di maggior spicco nell’ambito della fiorente scena musicale che gravita fra New York City e il “Jersey Shore” (ossia la costa del New Jersey), un’area che ha visto nascere il Boss e in cui si muovono da anni numerosi artisti di livello quali Southside Johnny, Willie Nile, Garland Jeffreys, Joe Grushecky e tanti altri, e si è ormai ritagliato con pieno merito un proprio spazio nella storia del rock indipendente.

Joe D'Urso

La sua musica è legata alle radici della tradizione americana (“rootsy”, per dirla come negli USA), introspettiva eppure travolgente ed energica. I suoi show sono stati registrati e diffusi a livello mondiale da una vera legione di fan sparsi in 24 Paesi dove molti di loro si fanno regolarmente centinaia di chilometri per essere presenti alle sue performance dal vivo.

Gary Price, giornalista della BBC, dice che “Joe D’Urso canta come un angelo e scrive canzoni come un demonio” e sul New York Times la scrittrice Karen DeMasters lo definisce “uno dei più originali e versatili fra gli artisti attuali che compongono musica basata sul buon vecchio rock and roll”.

Di evidenti origini italiane, negli ultimi anni ha fatto del nostro Paese la meta preferita nei suoi lunghi e frequenti tour mondiali, radunando attorno a sé un crescente numero di fedelissimi ed appassionati seguaci.

Come artista, D’Urso ha intrapreso fin dalle origini la scelta dell’indipendenza. E’ andato via via creando una florida base di fans con i suoi CD e soprattutto grazie ai suoi tour e il suo catalogo musicale è pubblicato sulla sua stessa etichetta, la SCR/Schoolhouse Records. A livello internazionale i suoi dischi e il suo merchandising sono disponibili in punti vendita, siti internet e naturalmente sul suo sito web, www.jdcaravan.com.

Come persona, Joe rimane fedele a un ideale ispirato da Harry Chapin, musicista famoso negli USA per le sue iniziative contro la fame e la povertà nel mondo, fondatore con Bill Ayres del WHY (World Hunger Year), morto in un incidente d’auto nel 1981: nella vita è fondamentale aiutare i meno fortunati. D’Urso è fortemente impegnato con il WHY e con l’Artists Against Hunger and Poverty (AAHP, Artisti contro la fame e la povertà, un’associazione che fa parte dello stesso WHY).

“Joe porta nella sua vita e nella sua musica una magica combinazione di passione e impegno”, dice di lui Jen Chapin, figlia di Harry e Presidente dell’Ufficio Direzione del WHY. “La musica di Joe D’Urso è appassionata, vibrante e piena di bellissime storie”, aggiunge Ayres. Sue Leventhal, direttrice dell’AAHP, definisce Joe D’Urso “un musicista fantastico, di prima grandezza”.

La fiera indipendenza di Joe, la dinamica presenza scenica e la natura altruista lo hanno portato a percorrere una strada meno battuta ma capace di regalargli, negli anni, immense soddisfazioni e meritati riconoscimenti.

Se gli album sono un mezzo perfetto per conoscere il Joe D’Urso autore, bisogna assolutamente vederlo dal vivo per poter apprezzare appieno la sua potenza come performer. Che sia solo sul palco con una semplice chitarra acustica per compagna o che faccia esplodere la carica del suo repertorio con il pieno supporto dei fidi Stone Caravan, Joe in concerto è un evento irresistibile ed affascinante. L’artista e il pubblico interagiscono fino a dar vita, inevitabilmente, a un’esperienza comune. Sebbene sia una scaletta di base a dare il via allo show, lo spirito particolare di ogni serata e le richieste del pubblico assicurano sempre che ogni concerto abbia qualcosa di assolutamente speciale ed unico.

In questo tour Joe D'Urso è accompagnato da The Backstreets (www.thebackstreets.net), formazione romana nata come cover band di Bruce Springsteen e che negli ultimi anni supporta spesso Joe nelle sue scorribande rock nel nostro Paese.

 

 

 

Kaledon

Provenienza: Roma
Genere musicale: Power Metal
Componenti band: 6

Sito web: www.kaledon.com

Myspace: www.myspace.com/kaledonband

 

I Kaledon nascono alla fine del 1998 su iniziativa del chitarrista Alex Mele; la band propone inizialmente un heavy metal classico, stile Iron Maiden e Judas Priest.

Dopo una fase d’avvio caratterizzata dai consueti cambi di formazione, nel 1999 i Kaledon cominciano ad esibirsi sempre più spesso in locali di Roma facendosi conoscere nei vari settori dell’underground romano. Il gruppo cambia decisamente direzione stilistica, ispirandosi al classico power metal di stampo tedesco e il chitarrista Alex Mele scrive una concept-story: “Legend of the Forgotten Reign”, una saga suddivisa in sei capitoli da narrare in sei album. Nell'autunno dello stesso anno viene pubblicato il primo demo, “Spirit of the Dragon”.

Il 16 giugno del 2000 la band suona di spalla a Ronnie James Dio al Foro Italico di Roma; successivamente viene registrato il nuovo demo, “God Says Yes”.

Nel 2001 il gruppo raggiunge una formazione stabile con Claudio Conti alla voce, Alex Mele e Tommy Nemesio alle chitarre, Daniele Fuligni alle tastiere, Paolo Lezziroli al basso e David Folchitto alla batteria; nel mese di novembre i Kaledon firmano un contratto discografico per l'italiana SteelBorn Records, divisione della Northwind Records.

Tra novembre e marzo del 2002 viene registrato l’album di esordio (il primo capitolo della saga), “Legend of the forgotten Reign - Chapter I: The Destruction”, e subito dopo la band partecipa al tributo ai Manowar con il brano “Courage”. Intanto Alex Mele inizia anche a scrivere il suo libro “Legend of the Forgotten Reign”, versione letteraria della saga.

Nel mese di aprile del 2003 i nostri tornano in studio e nel luglio dello stesso anno pubblicano il secondo capitolo “Legend of the forgotten Reign - Chapter II: The King's Rescue”. Nel frattempo partecipano a un tributo agli Stratovarius con il brano “Father Time”.

La registrazione del terzo album, “Legend of the forgotten Reign - Chapter III: The Way of the Light”, vede la partecipazione di Jörg Michael, batterista degli Stratovarius.

La quarta fatica dei Kaledon, “Legend of the forgotten Reign - Chapter IV: Twilight of the Gods”, viene data alle stampe nel dicembre 2006 e distribuita anche nel continente asiatico dalla compagnia giapponese Hot Rockin.

Nell’estate del 2007 la band romana partecipa alla decima edizione dell'Headbangers Open Air e alla tredicesima edizione dell'Agglutination Festival, con i Gamma Ray. Nel mese di ottobre del 2007 viene ufficializzata l'uscita dal gruppo di Claudio Conti per divergenze caratteriali; dopo un mese di audizioni Marco Palazzi diventa il nuovo cantante dei Kaledon.

Attualmente il gruppo si trova nei The Outer Sound Studios con Giuseppe Orlando, per le registrazioni del quinto capitolo “Legend of the Forgotten Reign Chapter V: A New Era Begins”.

 

 

 

Live Killers

Provenienza: Ancona
Genere musicale: Tributo ai Queen
Componenti band: 5

Sito web: www.kalvitz.com/queen.htm

 

I Live Killers hanno un posto d'onore nella storia di "Castel di Ieri Rock Nights": sono stati il primo gruppo in assoluto ad esibirsi nella nostra rassegna, il 30 agosto 2002: quest'anno tornano finalmente a suonare da noi per far rivivere il mito di Freddie Mercury e compagni con uno show di grandissimo impatto emotivo.

Anconetani, insieme da almeno 15 anni (nonostante la giovane età) e dunque affiatatissimi, musicisti eccezionali con i rispettivi strumenti, propongono un set molto sostanzioso e che spazia lungo l'intero arco della carriera del quartetto inglese, dai primi album fino all'ultimo "Innuendo" (grandiosa la loro versione di "The Show Must Go On"!), attraverso immancabili perle del calibro di "We Will Rock You", "Bohemian Rhapsody", "Spread Your Wings", "A Kind of Magic", "Radio Gaga", "We Are the Champions" e molte altre: la voce di Daniele Bianchelli è talmente potente e simile all'originale da non conoscere ostacoli!

 

 

 

londoncafe

Provenienza: Venezia
Genere musicale: Tributo ai Dire Straits
Componenti band: 5

Sito web: www.londoncafe.it

Myspace: www.myspace.com/londoncafe

 

In un articolo pubblicato su “Accordo” nel 2006 Alberto Biraghi scrive dei londoncafe:

“Il loro studio profondo, innamorato, maniacale dei suoni del grande Mark non ha ucciso il musicista. Luca non "copia", piuttosto "cita" un maestro, arricchendone la grandezza con quel pizzico di suo che gli consente di produrre musica godibilissima e mai stucchevole. Soprattutto quando esce dai binari e improvvisa vien fuori il talento e il "tributo" va in disparte: dimentichiamo Knopfler e sentiamo un bravissimo chitarrista”.

I londoncafe rappresentano una delle più conosciute, attive ed amate tribute band ai Dire Straits in Italia. Nati come trio Jazz nel 1999 sotto il nome di “Jurgen And The Blue Dogs” con Luca “Jurgen” Friso alla chitarra solista e voce, Andrea Segalina al basso e Luca Martello alla batteria iniziano a farsi conoscere nel Triveneto come una apprezzata band d'improvvisazione. Con l'aggiunta di una ulteriore chitarra suonata da Stefano Santon nel 2002 e delle tastiere di Giulio Farigliosi nel 2004 la band evolve verso il progetto londoncafe. La scelta di un tributo ai Dire Straits prende forma dalla passione comune dei quattro musicisti per la famosissima band britannica oltre che alla forte somiglianza vocale e chitarristica di Luca Friso al front man Mark Knopfler. Con il nuovo repertorio i londoncafe si impongono subito nella scena musicale del Nord Est fino ad abbracciare gran parte del territorio nazionale, con qualche puntata anche oltre confine grazie ad una carica sorprendente di energia e feeling con il pubblico che il gruppo ben sa esprimere sul palco.

Nel 2005, invitati da Franco Mussida (PFM) intervengono alla kermesse chitarristica milanese SHG nell'ambito di una serie di seminari sulle tecniche dei migliori chitarristi della storia del Rock per un Work Shop dedicato al suono dei Dire Straits e di Mark Knopfler. Il chitarrista Luca Friso viene spesso invitato a tenere seminari sullo stile di Mark Knopfler in alcuni dei migliori eventi nazionali in tema di chitarra (SHG, Guitar Party, GGC).

Oggi, forti di oltre 350 concerti con la stessa immutata formazione, i londoncafe portano nei migliori palchi italiani uno show affiatato, intenso e maturo, contraddistinto da forti affinità timbriche ed esecutive con le migliori performaces live dei Dire Straits.

 

 

 

Lou Tapage

Provenienza: Saluzzo (CN)
Genere musicale: nu-folk / rock d'Oc
Componenti band: 6

Sito web: www.loutapage.com

Myspace: www.myspace.com/loutapage

 

Lou Tapage (in Langue d’Oc “il frastuono”) è un’idea che nasce nel 1999 dall’incontro tra alcuni musicisti del saluzzese e dell’occitana Val Varaita; le diverse anime musicali contribuiscono sin da subito a rendere lo stile assolutamente personale, definito ma sempre in movimento, contraddistinto dalla presenza di un intangibile ma forte leitmotiv rappresentato dal gruppo stesso e dalla sua energia. L'idea di fondo dei Lou Tapage è infatti la ricerca, senza preconcetti, della Musica in sé e di quello che può trasmettere in tutte le sue forme e manifestazioni, e ciò ha portato all’esigenza di ideare una nuova definizione per il genere proposto, ovvero Nu Folk - Rock d’Oc: non solo quindi rock a “denominazione d’origine” ma la costante ricerca di nuove sonorità folk sulle quali innestare l’estro e la fantasia di arrangiamenti caldi e accattivanti.

Lou Tapage

In seguito ad un periodo di ricerca linguistica sulle derivazioni attuali dell’antica Langue d’Oc si è deciso di utilizzare, per i brani di composizione propria, il Catalano, il Provenzale e l’Occitano.

La proposta musicale dei Lou Tapage si presenta quindi assai variegata: la maggior parte del repertorio è ormai rappresenta da brani di composizione propria, completamente originali o composti ispirandosi a musiche e sonorità provenienti dalle più diverse tradizioni (provenzale, catalana, basca, bretone, irlandese, tzigana..) e fortemente rivisitati.

La formazione attuale annovera una front-line acustica con Monica Rossi alla fisarmonica diatonica (il classico “organetto”, meglio l’occitano “semitoun”), e saltuariamente alla ghironda (la “vioulo”), Chiara Cesano impegnata al violino e alla viola, e Marco Barbero ormai definitivamente dedito alla cornamusa, alla gaita e ai flauti; la sezione ritmica è affidata a Paolo Chiotti, batterista di formazione moderna, che contrappone il proprio sound alle ricerche stilistiche della chitarra elettrica di Dario Littera e alle percussioni e alla voce di Andrea Bertolotti, sempre più l'uomo immagine della formazione.

La band si è esibita, nel corso degli anni, in un crescendo di live sempre di maggior respiro; eventi di rilievo sono stati il concerto a Verona in Piazza San Zeno, il Festival Celtico del Solstizio d'Estate a Sondalo (SO), la partecipazione a Folkest (PN), l’appuntamento a Bustofolk (Busto Arsizio), il Tavagnasco rock (TO), il Piossummer Festival (Piossasco - TO), Colonia Sonora (Collegno - TO) e il Musicarnevart (Roma).

Il 2006 segna un deciso passo in avanti con i concerti “olimpici” di Pragelato e Giaglione di Susa, cui sono seguite il ritorno a Colonia Sonora (TO) all’interno di una giornata interamente dedicata alla musica “occitana”, la partecipazione al Festival Folk di Pordenone e al Nuvolari di Cuneo; evento clou l’apertura del concerto di Eugenio Bennato e Taranta Power all’Auditorium RAI di Torino.

La fine del 2005 vede la pubblicazione, per l’etichetta Videoradio, del primo album del gruppo, dal titolo omonimo; ben 15 pezzi di cui sei brani tradizionali riarrangiati, uno di Pier Imbert e le restanti otto tracce frutto integrale dei Lou Tapage.

Alla fine di giugno ‘07, prodotto dall’etichetta friulana Folkest Dischi, è stato pubblicato il secondo lavoro discografico della formazione dal titolo “Rêve etèrne”, dodici tracce complessive di cui sette scritte e arrangiate dal gruppo e altre cinque che spaziano dalla tradizione francese, provenzale e catalana alla colonna sonora di un film, da un brano di un gruppo heavy metal spagnolo a quello di un noto cantautore catalano.

E' da poco terminato il lavoro di registrazione del terzo album del gruppo, ancora prodotto da Folkest Dischi, che sarà pubblicato a inizio 2009; oltre a dare continuità culturale ai primi due lavori, la nuova produzione risentirà, inevitabilmente, della crescita musicale ed esperienziale della formazione.

 

 

 

Love Theory

Provenienza: Pescara
Genere musicale: Tributo ai Pearl Jam
Componenti band: 4

Sito web: www.lovetheory.it

Myspace: www.myspace.com/lovetheoryspace

 

I LOVE THEORY nascono all’inizio del 2004 come band-tributo ai Pearl Jam, con lo scopo di portare sul palco la comune passione per i cinque di Seattle. Con la prima formazione, composta da Paolo Monteamaro (voce, chitarra), Riccardo Renzetti (chitarra), Lorenzo Centorame (basso) e Alessandro Fragassi (batteria), il gruppo comincia a calcare numerosi e importanti palchi diventando in poco tempo uno dei protagonisti principali della scena live locale.

L’attività dal vivo caratterizza fin da subito la band che propone numerose tipologie diverse di spettacolo, spaziando dai potenti live elettrici a concerti acustici dalle atmosfere intime e suggestive, spaziando su tutta la produzione dei Pearl Jam grazie a un repertorio immenso (vedere il loro sito per credere...)..

A fine 2006, dopo quasi tre anni di attività, il gruppo deve affrontare il suo primo cambio di line-up che vede l’ingresso nella band del nuovo batterista, Leo Verrigni.

Forte dell’immediata intesa con il nuovo arrivato il gruppo continua la lunga ed intensa stagione concertistica, culminata nell’esibizione del 19 Aprile 2007 al Teatro S.Agostino dell’Aquila in occasione del 1° Concerto-Seminario interamente dedicato ai Pearl Jam, un’iniziativa mai realizzata prima in Italia che riesce a catalizzare l’interesse di radio, giornali, tv e internet che danno notevole risalto alla serata.

Parallelamente all’attività dal vivo legata al tributo Pearl Jam il gruppo comincia a sviluppare il suo progetto di musica originale che li porta alla realizzazione del primo EP omonimo. Il CD, registrato nel Novembre 2007, contiene 3 brani inediti e la cover di ‘Alone’ dei Pearl Jam, un sentito e doveroso omaggio alla band che li ha sempre ispirati.

 

 

 

M.A.D.

Provenienza: Ancona
Genere musicale: Tributo agli Iron Maiden
Componenti band: 5

Sito web: www.kalvitz.com/mad.htm

 

Per chi ha seguito la nostra rassegna negli ultimi anni, i M.A.D. sono già leggenda.

Il loro concerto-tributo agli Iron Maiden ha suscitato infatti grande scalpore, e non potrebbe essere stato altrimenti: l’eccelso valore tecnico, unito ad un non comune senso dello spettacolo e ad una scelta dei brani che privilegia la prima fase artistica del gruppo guida dell’HM (per intenderci, da “Iron Maiden” a “Powerslave”), ha saputo convincere ed entusiasmare i più smaliziati seguaci dei Maiden e al contempo incuriosire e conquistare chi non era un fan del quintetto inglese.

Del resto è noto agli addetti ai lavori e ai frequentatori dei club musicali del centro Italia che i cinque anconetani sono oggi fra i due-tre gruppi in grado di far rivivere l’emozione di uno show dei tempi d’oro di “Live after Death”: la mostruosa sezione ritmica formata da Diego Romagnoli (batteria) e dall’istrionico Giorgio Carradorini (basso), il muro sonoro delle chitarre di Alessandro “Kalvo” Gioacchini e di Tommaso Medi e l’incredibile voce di Daniele Bianchelli (come dimenticare il suo numero con la spada durante “Flash of the Blade”?) sapranno sconvolgervi e travolgervi anche stavolta!

 

 

 

Massimo Bubola

Provenienza: Verona
Genere musicale: Musica d'autore

Sito web: www.massimobubola.com

Myspace: www.myspace.com/massimobubola

 

Massimo Bubola è presente sulla scena della canzone d’autore italiana dalla metà degli anni Settanta: il suo primo album di studio, Nastro Giallo, è del 1976. Fu l’album che impressionò Fabrizio De André, che si avvalse della collaborazione di Massimo Bubola per la scrittura dei testi e delle musiche delle canzoni di Rimini  (1978) e de  L’Indiano (1981), gli album che ne rilanciarono la carriera, con canzoni come Andrea, Sally o Fiume Sand Creek. Ma nel frattempo Bubola portava avanti anche la sua particolarissima mistura di Folk e di Rock che si cristallizzava nel seminale album Marabel (1979), che univa chitarre elettriche e delicati arpeggi di matrice folk a supportare testi poeticamente ricchissimi.

Sul piano letterario ha fatto sua l’idea del grande poeta beat americano Allen Ginsberg: “Perché non mettere la poesia in un jukebox?”. Massimo Bubola ha miscelato la musica con testi di grande respiro letterario, formalmente curatissimi, che ha cantato e recitato anche in rassegne esplicitamente dedicate alla poesia accanto a Gregory Corso, Lou Reed, Eric Andersen ed altri.

Il suo terzo album Tre Rose (1981), più acustico e dai toni più intimisti, è stato prodotto da Fabrizio De André. È  il primo disco di Bubola a conquistare la top ten della classifica italiana.

La Fado ha pubblicato poi anche l’omonimo Massimo Bubola (1983), che segna un ritorno ad atmosfere elettriche e potenti ballads.

Bubola ha anche scritto molte canzoni portate al successo da vari interpreti, fra cui ricordiamo Il Cielo d’Irlanda, resa popolare da Fiorella Mannoia. Nel corso degli anni, inoltre, Massimo Bubola ha portato avanti la sua passione per le traduzioni, realizzando la versione italiana di molte canzoni di autori americani come Dylan, Petty, De Ville. Dal 1989 riprende copiosa la produzione discografica a proprio nome di Bubola:  l’artista conferma la sua unicità nel panorama italiano ed europeo con album come Vita, morte e miracoli (1989), Doppio lungo addio del 1994 (considerato da molti come il più importante disco rock in lingua italiana), Mon Trésor (1997), Diavoli e farfalle (1999) e i primi tre volumi del cd Il Cavaliere elettrico  (pubblicati fra il 2001 e il 2002), in cui  Massimo Bubola ripropone le sue più belle canzoni dal vivo.

Nel febbraio 2004 è stato pubblicato Segreti trasparenti, il nuovo album di canzoni inedite di Massimo Bubola. È stato forse l’album realizzato da un cantautore meglio recensito nella primavera del 2004, che ha raccolto consensi sia sulle riviste specializzate sia sui maggiori quotidiani nazionali. Segreti Trasparenti si presenta come una summa della carriera di Bubola, spaziando, sempre con forte coesione, tra l’amato folk rock, le ballads di matrice tradizionale, la musica tex-mex e addirittura la canzone napoletana, genere a cui, per altro, Bubola non è nuovo (tutti ricordano Don Raffaè, scritta con De André all’inizio degli anni novanta).

Nel Novembre 2004, infine, viene pubblicato il Cavaliere Elettrico IV (I personaggi), che completa l’omonima quadrilogia live, con un’enfasi particolare sul Folk-Rock, di cui Massimo Bubola può dirsi uno dei fondatori in Italia, con riprese di brani come Volta la Carta, Coda di Lupo, Lorelei, Eurialo & Niso, Camicie Rosse, Dino Campana, Dostoevskij e molte altre canzoni. Tutte queste poesie per musica hanno la caratteristica di essere dei brevi ritratti, delle biografie in forma canzone in cui, nello stretto giro di strofe e ritornelli, Massimo Bubola densamente racconta la vita di personaggi famosi e di gente comune, rimanendo, in Italia, uno dei pochi grandi maestri “ritrattisti” da ballata.

Infine, nel 2005, viene pubblicato Quel Lungo Treno, il sedicesimo album di Massimo Bubola in cui l'artista si riappropria della tradizione folk veneta: è un album tematico, dedicato alla Prima Guerra Mondiale.

Nel 2006 ha pubblicato un libro di poesie e lettere musicate dal titolo “Neve sugli Aranci”.

 

 

 

Miami and the Groovers

Provenienza: Rimini
Genere musicale: Rock U.S.A. – Brani propri e cover (Dylan, Springsteen, Creedence e altri classici)

Componenti band: da 2 (unplugged) a 6 (full band)

Sito web: www.miami-groovers.com - www.miami-supporters.com

Myspace: www.myspace.com/miamiandthegroovers

 

Il rock’n’roll. Questo è quello che Miami & The Groovers, rock band riminese formatasi nel 2000, portano in giro nei club e nei pub in cui suonano e che rappresenta la vera anima della loro musica.

Il concerto che propongono è basato sul rock americano, quello “on the road”, riproposto in versioni che ricalcano fedelmente lo spirito di questa musica. Anche grazie ad un repertorio rock molto coinvolgente (che comprende un numero pressoché infinito di brani tra originali e cover) i concerti della band sono una ricerca di interazione con il pubblico, che spesso diventa protagonista a sua volta degli show.

Insieme a tanti pezzi che hanno scritto la storia della musica la band propone pezzi inediti, pubblicati (oltre che in vari demo incisi in studio e dal vivo, in due CD ufficiali: "Dirty Roads", uscito a febbraio del 2005 e composto quasi totalmente di brani originali più una personale rilettura della springsteeniana "Further On (Up the Road)", e il nuovissimo "Merry Go Round", uscito nell'aprile 2008 con 11 inediti e una cover (Night on the Town" dei Del Fuegos) e nobilitato dalla partecipazione di numerosi ospiti internazionali.

Dal febbraio 2005 i nostri hanno anche un fan club, www.miami-supporters.com, vero e proprio punto di riferimento per la loro crescente schiera di seguaci.

Oltre a suonare regolarmente nei pub e rock club di tutta Italia (Spaziomusica di Pavia, Big Mama e Stazione Birra di Roma, Transilvania di Milano, Bluestage di Linarolo, Gilgamesh di Torino e tanti altri), Miami & The Groovers hanno partecipato ad innumerevoli festival: Ravenna rock festival, Campionato Mondiale di Frisbee "Paganello", Subiaco Rock Blues Festival, "Strade Blu" di Modigliana (FC), "Spirit in the Night" di Reggello (FI), "Glory Days" in Rimini, tour nazionale Harley & Davidson, "Rockondella" di Rotondella (MT), "Radio Nowhere" di Pisa e al prestigioso Festival di Ravello (SA), oltre che ovviamente alle nostre ROCK NIGHTS!
Il 3 Maggio 2003 hanno suonato al Teatro degli Atti di Rimini con lo spettacolo “Born to run: Bruce Springsteen night 1973-2003” (tutto esaurito) ed in alcuni alcuni showcase in Francia (La Scene a Parigi) ed al The Saint di Asbury Park, New Jersey (U.S.A.).

Come band di supporto hanno aperto show di Elliott Murphy, Dirk Hamilton, Joe D’Urso & Stone Caravan e Graziano Romani tra gli altri.

Nel dicembre 2006 Lorenzo "Miami" ha suonato con Jesse Malin, Willie Nile e Joe D'Urso al Jailbreak per la data romana della serie di concerti di beneficenza "Light of Day", per la lotta al morbo di Parkinson.
Nel novembre 2007 al Transilvania di Milano la band ha aperto il concerto di Southside Johnny & the Asbury Jukes, dividendo il palco con lo stesso Southside Johnny e con il suo tastierista Jeff Kazee (già con Bon Jovi).
Il 6 e il 7 novembre 2004, a coronamento di un sogno, il leader della band si è esibito, con Joe D’Urso e in un set solista, al mitico STONE PONY di Asbury Park (New Jersey, USA) in occasione dell’annuale “Light of Day benefit”, alla presenza, fra gli altri, dello stesso Bruce Springsteen!

Nel novembre prossimo Miami & the Groovers torneranno negli U.S.A., questa volta per un tour tutto loro!!!

 

 

 

Michael McDermott & Heather Horton
Provenienza: Chicago / Nashville (U.S.A.)
Genere musicale: Rock
Componenti band: 4

Sito web: www.michael-mcdermott.com

Myspace: www.myspace.com/michaelmcdermott - www.myspace.com/heatherhortonmuzic

 

Michael McDermott, cantautore di Chicago, esordisce poco più che ventenne nel 1991 con l'album "620 W. Surf", che attraverso le sue canzoni dense di spiritualità, rock e roots, attira l'attenzione e i commenti positivi della critica musicale al punto da generare parecchi paragoni con Springsteen, così come accade con il successivo Getshemane (1993).

Michael McDermott

La sua carriera attraversa momenti difficili, nonostante il successo ottenuto dal primo disco (edito dalla Giants Records / Warner) anche a causa dei suoi comportamenti autodistruttivi di cui lui stesso parla senza vergogna, continuando però a scrivere brani profondamente ispirati. Attraverso album come "Michael McDermott" (1995) e "Last Chance Lounge" (2000) arriva poi il momento della risalita nel 2004, con l'album "Ashes" e il successivo "Beneath the Ashes".

Nel 2007 esce "Noise from words", album semielettrico dai cui brani decisamente autobiografici fuoriesce la potenza di un artista in grado rendere al meglio nelle sue performance acustiche dalle quali, come lui stesso dice, esce distrutto, non tanto per la fatica di essersi scatenato sul palco come quando suona con una band alle spalle, ma per il fatto che, essendo quasi "nudo" è per lui molto più difficile tenere basso il livello emotivo ed emozionale nell'interpretare i suoi pezzi, al punto da uscirne completamente stravolto.

Tra i tanti estimatori di Michael McDermott troviamo il celebre scrittore americano Stephen King, che descrive la sua musica come una miscela esplosiva di rock, speranza e dannazione. Ma non è solo nel campo della letteratura che Michael trova importanti riconoscimenti e collaborazioni: numerose sue canzoni sono state scelte per colonne sonore di film e Matt Damon ha addirittura interpretato il ruolo di Michael McDermott nel film “Rounders”.

Michael & Heather

Negli ultimi anni Michael ha finalmente dato importanti segni di continuità sia per quanto riguarda la sua attività live (questo è il primo tour full band in Italia ma è la terza volta in un anno che Michael viene nel nostro Paese) che per quella discografica. Infatti è finalmente disponibile il nuovo e splendido album “Hey La Hey”, un album dai tratti forti e decisi dove non mancano però indimenticabili ballate come la straordinaria “Great American Novel”, in cui il nostro cita Ryan Adams e Leonard Cohen e incrocia suoni e parole in uno dei suoi brani più belli e importanti di sempre.

Aspettiamoci dunque scintille: basso, batteria, tastiere, chitarre e al violino la nashvilliana Heather Horton, a sua volta cantautrice, che qualche mese fa Michael ha preso in sposa proprio in Italia. Heather ha origini hawaiane ma è cresciuta musicalmente tra Chicago e Nashville. Violinista ma anche cantautrice, con echi di Emmylou Harris, Lucinda Williams e Sheryl Crow. Imperdibile!

 

 

 

Muscle Museum

Provenienza: Roma
Genere musicale: Tributo ai Muse
Componenti band: 4

Sito web: www.musclemuseum.it

Myspace: www.myspace.com/musclemuseumband

 

I Muscle Museum nascono a Roma nel dicembre 2002 ed immediatamente fra i membri del gruppo nasce una piacevole alchimia che li spinge a proseguire nella realizzazione del loro progetto: quello di essere il primo tributo ai Muse, che all’epoca hanno appena pubblicato il secondo e bellissimo album “Origin of Symmetry”.

Dopo le prime esperienze dal vivo i Muscle Museum ricevono numerosi apprezzamenti da pubblico e critica: questa fase culmina nel 2003 con i primi concerti fuori della capitale. Durante l’MTV Supersonic riescono miracolosamente a incontrare i Muse al gran completo, Matthew, Chris e Dom: un evento memorabile che rimarrà nel cuore dei nostri.

Con l’uscita dell’album “Black Holes & Revelation” e l’inizio del relativo tour, dopo un periodo di relativa calma dovuto a pesanti impegni con gli studi (che non li distolgono in ogni caso dal loro progetto musicale) i Muscle Museum ritornano sulle scene con numerosi concerti per omaggiare la band del Devon.
Nei loro spettacoli i Muscle Museum prestano particolare attenzione alle versioni live dei Muse, caratteristica che ha contribuito più di ogni altra all’affermazione del trio a livello mondiale. Allo scopo di migliorare le proprie performance i Muscle Museum hanno intrapreso uno studio addirittura maniacale non solo delle partiture originali ma anche delle esecuzioni dal vivo e degli effetti sonori utilizzati dalla band inglese: proprio per questo motivo tutta la strumentazione è stata recentemente rinnovata e ampliata per riprodurre ancora più fedelmente le sonorità originali e integrata con apparecchiature appositamente realizzate per replicare gli effetti visivi delle scenografie utilizzate dai Muse nei loro concerti.

Nel gennaio del 2008 la band romana è stata protagonista di un tour in Inghilterra, esibendosi in alcuni noti club fra cui uno, il Voodoo Lounge, proprio nel Devon, la contea di origine dei Muse!

 

 

 

No More Fear

Provenienza: Raiano (AQ)
Genere musicale: Death Metal
Componenti band: 5

Sito web: www.nomorefearweb.com

Myspace: www.myspace.com/nomorefearweb

 

I No More Fear, death metal band abruzzese, si formano nel 1996... Quattro i membri in origine: Gianluca Orsini (batteria e voce) Davide Rosati (basso) Panfilo Carracini (chitarra) e Fulvio Cellini (chitarra), cui si aggiunge nel novembre 1997 il cantante Gianluca Peluso; fin dall’inizio i brani del gruppo miscelano il thrash degli esordi con le sonorità death introdotte dal nuovo elemento.

Nel giugno 1998 entrano in studio, dando origine al primo demo “Shouts of War”. Dopo un cambio di line-up, con l’arrivo del chitarrista Massimo Peluso, e dopo aver pubblicato nel 1999 un promo contenente due canzoni ("The Strange thing in tunnel" e "Obituary") la band dà finalmente alla luce il suo primo lavoro ufficiale: l’anno è il 2000 e l’album è "Vision Of Irrationality", composto da 9 canzoni.

Nel maggio 2001 il chitarrista Panfilo Carracini abbandona il gruppo per motivi personali. In seguito, dopo una serie di “provini”, entra a far parte del quintetto Alessandro Montoneri, vecchio amico dei NMF. Seguono diversi live in locali come il Transilvania (Civitanova Marche), Kreis (Pescara), First Floor (Montesilvano), Bombardier (Roma), The Cube (Cagliari)… e ancora Lecce, Bari, Teramo, Avezzano (AQ) e in molti locali del centro Abruzzo.

Ad Aprile 2004 l’uscita di un nuovo lavoro, un cd split con i Sin Driven Tide che include 4 brani NMF che denotano l’evoluzione musicale avuta rispetto al precedente “Vision of Irrationality”.

Nel marzo 2006 i NMF iniziano le registrazioni del nuovo disco presso gli ACME recording studios di Raiano (AQ) e THE OUTER SOUND studios di Roma. Nel novembre 2006 Davide Rosati, storico bassista nonchè fondatore dei NMF, lascia il gruppo per motivi personali; al suo posto subentra Armando Sborgia (Silentree), poi Fahd Lafrikh nell’estate del 2007.

Nel gennaio 2008 i No More Fear, con la collaborazione dell’Alkemist Fanatix, firmano un contratto discografico per la Lost Sound Records, grazie al quale nel marzo 2008 vedrà la luce “Ethnoprison” ultimo lavoro NMF.

Continua l’attività live della band a supporto del nuovo disco.

 

 

 

Orion

Provenienza: Venezia
Genere musicale: Tributo ai Metallica
Componenti band: 4

Sito web: www.orion-website.com

Myspace: www.myspace.com/oriontributebandmetallica

 

Gli Orion sono la Tribute Band Ufficiale dei Metallica in Italia, riconosciuta e supportata dal fan club italiano Metallica, The Italian Metallibashers, e dal Metclub U.S.A.

Il gruppo nasce nel 2000 ma la formazione si stabilizza solo nella primavera del 2004; proprio a quell’anno risale il conseguimento dello status di “Tribute band ufficiale italiana dei Metallica” quando, in occasione del concerto dei “veri” Metallica allo stadio Euganeo di Padova il 28 giugno, gli Orion suonarono in un memorabile Pre-Show.

Dal 2005 in poi la band è sul palco in alcuni dei festival metal più importanti d’Italia, quali ad esempio il Venice Rock Festival 2005 (una manifestazione impreziosita dalle esibizioni di Motorhead, Labyrinth e Uriah Heep) e l’ Adro Rock Festival di Brescia 2006-2007 (con più di 3000 spettatori).

Inoltre gli Orion si esibiscono regolarmente negli eventi dedicati ai “4 Horsemen” in occasioni speciali, come la festa per l'uscita del film "Some Kind Of Monster" al Transilvania di Milano nel 2005, il Pre-Show Ufficiale dei METALLICA in occasione del Live dei 4 Horsemen a Bologna nel 2008 (con il supporto di The Italian Metallibashers, The Metallica Club, Live in Italy, Metal Hammer, Rock Hard & Metal Shock), l'uscita mondiale del nuovo CD dei Metallica “Death Magnetic” nel 2008 alla Stazione Birra di Roma in un locale gremito di pubblico (in collaborazione con The Italian Metallibashers e Universal Music).

Nel mese di Febbraio 2006 il prestigioso mensile Chitarre ha pubblicato uno speciale interamente dedicato agli Orion, con interviste e foto.

L’11 Febbraio 2006 gli Orion sono stati celebrati come la miglior Tribute Band Metallica Europea, unica band chiamata ad esibirsi al raduno Europeo dei Fan Club dei Metallica a Zurigo, a tutt’oggi l'evento dedicato ai Metallica più prestigioso ed importante in Europa, organizzato dai più grandi Fan Club dei Metallica nell’intero continente.

L'8 Marzo 2008 gli Orion sono volati ad Atene per suonare al MMD Festival 2008, davanti a 7.000 persone, con Nightwish, Nevermore, Annihilator, Sodom, Edguy, Tristiania e altri.

Il 5 Aprile 2008 gli Orion sono saliti sul palco insieme ad una leggenda vivente del Rock: Ian Paice, lo storico batterista dei Deep Purple per un live di oltre tre ore e mezza allo Stonehenge di Arcole (VR).

 

 

 

Perfect Strangers Band

Provenienza: Civitanova Marche
Genere musicale: Tributo ai Deep Purple
Componenti band: 5

Sito web: www.perfectstrangers.altervista.org

Myspace: www.myspace.com/perfectstrangersdp

 

Si tende spesso ad abusare del termine “tribute band ufficiale” senza che sia troppo chiaro da dove venga questa “ufficialità”: non diremo, quindi, se la Perfect Strangers Band sia o no la tribute band ufficiale dei Deep Purple. Diremo però che i ragazzi hanno suonato numerose volte insieme al batterista dei Deep Purple, Ian Paice, e al loro tastierista Don Airey…

Proveniente dalle Marche, la Perfect Strangers Band nasce dall’incontro di musicisti professionisti di età compresa tra i 35 e 42 anni e appassionati del genere hard rock anni 70/80: il vocalist Valeriano Prati, il batterista Antonio Guidotti, il bassista Francesco Caporaletti, il tastierista Fabio Verdini e il chitarrista Roberto Basili.

Tutto comincia nell’ottobre del 2002, quando Caporaletti organizza al teatro Rossini di Civitanova Marche (MC) una drum clinic & show con il mitico batterista dei Deep Purple, Ian Paice, che vede tra l’altro come special guest Don Airey, il nuovo tastierista della leggendaria band inglese, che ormai da due anni ha preso il posto dell’uscente “maestro” Jon Lord: la serata riesce alla grande, con il teatro completamente sold-out nei suoi mille posti ed un clima assolutamente infuocato...

Per l’occasione, a supporto di Paice ed Airey, era stata formata una band composta da Caporaletti, Basili e Prati; visto lo strepitoso successo i tre decidono di diventare una band stabile con l’aggiunta di Guidotti e Verdini, specialista dell’organo Hammond che caratterizza il sound dei Deep Purple e di molte storiche band del periodo.

La band prende appunto il nome di “The Perfect Strangers Band” (dal nome dell’album che, nel 1984, segnò il clamoroso ritorno dei Deep Purple sulla scena mondiale).

Il repertorio comprende tutti i maggiori successi del leggendario quintetto inglese, da quelli storici dei primi anni ’70 fino ad alcuni brani tratti dagli ultimi album con Steve Morse alla chitarra e Don Airey alle tastiere, per circa due ore di show capaci di entusiasmare almeno tre generazioni di fans.

Uno dei punti di forza della Perfect Strangers Band è senz’altro la grande cura per i suoni, che risultano pressoché identici all’originale grazie anche ad una strumentazione adeguata: basti pensare all’uso dell’organo Hammond, essenziale nelle composizioni dei Deep Purple e che richiede una tecnica del tutto particolare.

In circa cinque anni di vita il gruppo ha già all’attivo centinaia di concerti: per i fans del buon vecchio, sano hard rock lo show della Perfect Strangers Band è un appuntamento da non perdere assolutamente!

 

 

 

Quai déjà-vu

Genere musicale: Folk

Componenti band: 5

Quai déjà-vu è una band di cinque elementi: nata come trio folk (chitarra acustica / voce, flauto traverso e violino), dagli anni novanta gli elementi del nucleo fondatore decidono di unire le loro diverse esperienze musicali per proporre brani del repertorio cantautorale italiano e internazionale in chiave acustica. Si affidano quasi da subito alla grande esperienza di altri due musicisti per aggiungere una sezione ritmica tradizionale e, con basso e batteria, cominciano a lavorare su loro composizioni originali pur proseguendo lo sviluppo dell'idea iniziale del progetto di cover band di cantautori "storici" come De André, De Gregori, Battisti, Conte e tanti altri, di cui in quintetto presentano dal vivo numerosi brani. Insieme hanno all’attivo numerosi concerti.

 

 

 

Synchro Band

Provenienza: San Benedetto del Tronto
Genere musicale: Tributo a Police & Red Hot Chili Peppers

Componenti band: 4

Myspace: www.myspace.com/synchroband

 

Gruppo di recente formazione ma costituito da elementi di navigata esperienza, i Synchro nascono nel 2004 dall’unione di quattro musicisti amanti del rock: Enrico (voce), Andrea (batteria), Marco (basso) e Mirco (chitarra e voce).

L’idea è quella di rendere un doveroso tributo a due gruppi guida del rock: i Police e i Red Hot Chili Peppers, due band dalle caratteristiche molto differenti ma che i Synchro rendono in una fusione perfetta, proponendo uno spettacolo da godere “tutto d’un fiato”, in formazione rigorosamente originale (batteria, basso, chitarra e voce, senza alcuna sovraincisione) e curando minuziosamente il groove delle due differenti band.

Nel repertorio della band i classici sono profusi in grande abbondanza (“Walking On The Moon”, “Roxanne”, “Message in a Bottle”, “Every Breath You Take”, “Californication”, “Under The Bridge”, “Scar Tissue”, “Otherside”) ma non mancano i brani più “da intenditori”, magari pescati fra i dischi più stagionati (“Next to You”, “Hole in My Life”, “So Lonely”, “My Lovely Man”, “The Righteous & the Wicked”, “Good Time Boys”).

Fondamentale l’impatto live, assolutamente carico ed esplosivo.

Di base nel Piceno, il gruppo suona abitualmente nei migliori locali di musica live del centro Italia, lasciando sempre a fine serata in chi li ascolta la voglia di ritrovarli al più presto.

 

 

 

Teenagers from Mars

Provenienza: Raiano (AQ)
Genere musicale: Tributo ai Misfits

Componenti band: 4

Sito web: www.myspace.com/teenagersfrommarsband

 

Teenagers From Mars è una giovane formazione raianese che ha come scopo principale quello di divertirsi, coinvolgendo e appassionando chi l'ascolta.

Il gruppo nasce come cover band dei Misfits, band che unisce tematiche da film fanta-horror anni '50-'60 al punk e al grandioso rock'n'roll.

Come nelle migliori tradizioni tutto inizia quando il batterista “NigHtM@RE” Gildo e il chitarrista “P@sK” Pasquale cominciano a suonare insieme per puro divertimento e per dare libero sfogo alla propria energia; poco dopo vengono affiancati da un secondo chitarrista, “sKUll” Julien, e da quel momento le cose iniziano a farsi molto più serie...

La prima uscita ufficiale della neonata band si svolge a Raiano presso la Sagra della birra 2006: per l’occasione la formazione è completata da "Alì" Elia al basso mentre P@sK viene gentilmente costretto a cimentarsi come di vocalist, ruolo che non abbandonerà più.

Nel 2007, dopo un cambio di line-up che vede “IvuS” Ivo subentrare al basso, si esibiscono al “Queen of Grace” pub, alla Giornata dell'Arte a Sulmona e presso la piazza principale di Raiano, suscitando notevole curiosità e calorosi consensi.

La grande passione per la musica spinge la band ad applicarsi costantemente, fino a raggiungere un sempre maggiore affiatamento; non contenti, i Teenagers from Mars puntano ad accrescere l’impatto scenico del proprio live set arricchendo le proprie esibizioni con gli elementi teatrali tipici del gruppo di riferimento.

WELCOME TO THE PARTY, HONEY!!!!!!!!

 

 

 

The Cult of Dead Venus

Provenienza: Sora (FR)
Genere musicale: Garage Rock

Componenti band: 2

 

The Cult Of Dead Venus, duo composto da Al Black (chitarra/voce) e Stephen Black (batteria), propone un garage rock minimalista. L’incontro avvenne il 18 ottobre 2006; da allora i due iniziarono a provare insieme ed in seguito a registrare le prime demo.

Steven Black è anche compositore e chitarrista di un gruppo psichedelico nel quale Al Black è bassista, The Minds, mentre lo stesso Al Black era già componente di un altro gruppo garage rock, i Black Mamba, già apparsi a Castel di Ieri Rock Nights nel 2006 (ultima esibizione con Al nella formazione).

The Cult Of Dead Venus, essendo un giovane gruppo, non ha una grande storia alle spalle ma i suoi componenti hanno avuto vite movimentate… Al e Stephen hanno partecipato da sempre alla vita artistica contemporanea, non solo in campo musicale ma anche cinematografico, contribuendo alla colonna sonora di un corto dell’anfetaminico regista indipendente MaxVi, nel quale Al ha avuto anche una piccola parte da benzinaio.

La Musica dei CODV è composta da Al Black e arrangiata dal duo. Tra le sue maggiori influenze Al Black cita Bob Dylan, Robert Johnson, Fabrizio De Andrè, Jimi Hendrix, Grateful Dead, Sonic Youth, Son House, Nick Drake, Nick Cave, Grinderman, Mark Lanegan, Isobel Campbell, The Stooges, Neil Young, Tom Waits e musica classica, mentre Steven Black cita la musica psichedelica, tutta.

Le liriche composte da Al sono state tutte tradotte in italiano e inserite insieme ad altre quarantasei composizioni poetiche della coppia in un Diario a cura di Giada Rossetti, la quale sta lavorando per riordinare i pensieri dei due con il fine di farne un libricino. La mini raccolta sarà intitolata “Venus Drug years”.

 

 

 

T.N.T.

Provenienza: Civitanova Marche (MC)
Genere musicale: Tributo agli AC/DC

Componenti band: 5

Myspace: www.myspace.com/tntacdctributo

 

Per tutti gli amanti dell'energico e intramontabile rock d'autore dei mitici AC/DC, i T.N.T sono una band tutta da ascoltare e da VEDERE!!!

Inebrianti sono infatti l'energia, la vitalità e le capacita tecniche dei 5 musicisti, che rendono un tributo quanto mai fedele alla musica e allo spirito del fantastico gruppo australiano.

Il repertorio è stato scelto secondo un personale gusto, pur senza trascurare i brani più significativi: Back in Black, Hells Bells, Thunderstruck, Highway to Hell, You Shook Me All Night Long, High Voltage, Whole Lotta Rosie, For Those About to Rock e tante altre si susseguono, interpretate con amorevolezza e simpatia, come a rendere un doveroso grazie da parte dei T.N.T. ad un gruppo che li ha fatti SOGNARE, CANTARE ED INIZIARE A SUONARE, coltivando uno spirito rude, buono, forte ma dolce come forse solo il rock sa essere.

I T.N.T offrono il meglio di sé nelle esibizioni live, in cui si distinguono per gli abbondanti virtuosismi strumentali, il senso dello spettacolo e per la perfetta sincronia nei cori dell'affiatato trio di vocalist.

Non mancate, il divertimento E' ASSICURATO!!!!!